domenica 25 novembre 2012

QUANDO L' UNICO SCIOPERO PER LA SANITA' NELLA PIANA E' QUELLO DELLE ...AMBULANZE!

di Bruno Demasi

       Si è appreso con raccapriccio nei giorni scorsi che è stato sospeso il servizio di fornitura delle uniche tre ambulanze attrezzate per i codici rossi che erano dislocate negli ospedali di Polistena, Gioia Tauro e Oppido Mamertina. Ambulanze che erano fornite da una ditta privata con la quale l'Asp di Reggio Calabria aveva attivato il servizio di fornitura. La ditta avrebbe un contratto scaduto da 14 mesi e vanterebbe crediti per quasi 900 mila euro dall'Asp, ragione per la quale avrebbe deciso di sospendere autonomamente la fornitura di ambulanze. 
 
Una situazione di allarme che sta provocando ( purtroppo solo flebili) proteste che ci si augura diventino più chiare e corpose sull’esempio di quanto ha fatto destinate il presidente nazionale dell' associazione "I nostri angeli" Alfonso Scutellà che ha mandato un telegramma urgente al direttore generale dell'Asp. "Apprendo – vi si legge - che nella Piana la ditta che forniva le ambulanze del 118 ha ritirato tale servizio con la conseguenza di mettere a rischio il sistema dell'emergenza sanitaria e il diritto alla salute. Chiedo urgente incontro per capire le ragioni per le quali ciò è accaduto e soprattutto per sapere come l'Asp intende ovviare al problema che potrebbe provocare gravi carenze al sistema sanitario e quindi il rischio per la vita delle persone".

      Non ci sorprendono affatto ormai né lo stato endemico di disservizio né la discutibilissima forma di protesta attuata dalla ditta. Ci sorprende semmai il fatto che la sanità nella Piana e nella provincia di RC abbia avuto bisogno di appaltare a privati un servizio di propria pertinenza, dato che è abbondantemente – o dovrebbe essere - in possesso di mezzi e di personale retribuito per attivarle, considerati i tetti stratosferici di spesa storicamente impegnati per la gestione del parco automezzi e per le spese di personale.

       Ci domandiamo se questo ennesimo baratro di 900 mila  euro di debito sia almeno sotto il doveroso controllo degli organi e delle Istituzioni preposte, al fine di accertarne, se non altro, la legittimità, ma ci domandiamo anche se in questa terra di nessuno che si chiama “Piana di Gioia Tauro”ci sia ancora un’ombra, una traccia, un sentore di “Stato”.

domenica 11 novembre 2012

POLISTENA (DA SOLA) IN PRIMA LINEA PER LA LOTTA ALLA NDRANGHETA

di Bruno Demasi

   Il silenzio assordante di quasi  tutti gli altri comuni della Piana nella lotta alla devastante criminalità e all'ancora più aberrante mentalità ndranghetistica, dobbiamo essere onesti, fa fare a Polistena la figura di un gigante e agli altri sindaci  del territorio quella di lillipuziani, incapaci di sollevare quasi lo sguardo da terra per guardare in alto!

    Sono per contro tantissimi i convegni , i "progetti" antimafia che fioriscono nei nostri comuni e nelle nostre scuole, ma si tratta il più delle volte di stucchevoli rituali che non cambiano ( e forse non vogliono cambiare) nulla...

     Quello di ieri a Polistena è stato invece  un grande momento di lotta e di memoria, di festa e di ribellione, di rabbia e di coraggio da parte degli onesti, di quanti vogliono ridare a questa piana martoriata dall'indifferenza a più livelli la dignità di contesto civile e sociale meritevole di questo nome. Teatro dell’iniziativa una città antimafia che crede e punta nei giovani come vera speranza per il cambiamento.

       Da Polistena un messaggio chiaro e forte da parte di una Calabria che non si arrende di fronte alla ’ndrangheta, alla corruzione, alla zona grigia dei colletti bianchi. In tantissimi (secondo gli organizzatori almeno 5mila persone) hanno raccolto l’invito lanciato dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Michele Tripodi che, in occasione del 10° appuntamento della “Stagione dell’antimafia”, ha promosso una manifestazione, una marcia dai tanti significati, a cominciare dalla coraggiosa decisione di dedicare due strade, rispettivamente a Peppino Impastato e a Don Pino Puglisi, ed una piazza al giudice Antonino Scopelliti. Quale altro comune della Piana ha "osato" tanto?

     Il  “no alle mafie, no ai corrotti lottiamo insieme per il cambiamento” tracciato a caratteri cubitali sullo striscione  portato in mano dai volontari del Servizio civile nazionale sarebbe dovuto essere il no, la sintesi dei mille no, mai venuti, dalle istituzioni civili della Piana. 
    
 E che alla manifestazione fossero presenti  solo 20 sindaci non ci consola affatto!