mercoledì 2 luglio 2014

OPERAZIONE (ANTI)VELENO IN CORSO…

di Bruno Demasi
      E’ arrivata all’alba di stamane nel porto di Gioia Tauro 'Ark Futura', la nave danese con a bordo 79 conteiner contenenti gas dismessi dall'esercito siriano e subito sono iniziate le operazioni di trasbordo. La nave ha fatto il suo ingresso nello scalo calabrese tra misure di sicurezza eccezionali, scortata da un elicottero e da unita' navali,. Il trasbordo si sta effettuando sulla 'Cape Ray', il cargo statunitense che dovra' smaltire i veleni siriani in alto mare. Ark futura' trasporta 570mila tonnellate di iprite e gas sarin destinati alla distruzione.
      Secondo quanto comunicato, le operazioni di trasferimento sono iniziate da circa due ore e una gru ha prelevato il primo contenitore dalla "Ark Futura" per poggiarlo su un muletto che lo ha spostato vicino alla "Cape Ray" sulla quale e' stato issato da un'altra gru. Entrambe le navi sono ormeggiate sul molo di ponente del porto. L'operazione potrebbe durare dalle 20 alle 48 ore, ma dovrebbe essere completata in giornata. Il terminal container di Gioia Tauro e' in grado infatti di effettuare il trasbordo di 5 contenitori in un'ora, considerando la particolare pericolosita' del carico che impone la massima cautela..
    Il livello e la qualità dell' informazione data dagli organismi responsabili ai sindaci e alla popolazione 
restano assolutamente carenti; malgrado ciò la gente sta reagendo in maniera civile e composta e anche la manifestazione indetta dall'associazione "S.o.S. Mediterraneo", nel corso della quale sono stati distribuiti volantini e manifesti, è vissuta all’insegna del decoro e del senso di responsabilità.
     Decoro e senso di responsabilità che, come cittadino, non ho visto nell’atteggiamento del governo e dei politici in genere, illustri assenti: solo in mattinata dovrebbe arrivare a Gioia il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti mentre, fin da ieri sono presenti i parlamentari del Movimento 5 Stelle Dalila Nesci, Federica Dieni, Massimo Artini, Tatiana Basilio e Nicola Morra , i quali, insieme a una delegazione delle commissioni esteri e difesa (della Camera dei
deputati e del Senato) sono giunti in loco per seguire da vicino il trasbordo dei componenti delle armi chimiche siriane. Ieri stesso hanno visitato la nave Cape Ray, battente bandiera USA, appena giunta a Gioia e parte fondamentale dell'operazione internazionale a guida OPAC/ONU che prevede la distruzione dell'arsenale chimico siriano.
      La delegazione è stata accolta dal comandante della Cape Ray e dai tecnici dello CBARR (l'agenzia USA che tratta le armi chimiche per conto del dipartimento della difesa - DoD) che hanno dato la possibilità di visitare l'interno della nave, in piena trasparenza e anche tutto l'impianto di idrolisi, con la opportunità di scattare fotografie di prima mano, che qui riporto.
    E’ stato spiegato alla delegazione il processo di funzionamento del processo di idrolisi (ad acqua sub-critica, ovvero tramite idrossido di sodio - detta comunemente soda caustica) del FDHS, e in
particolare, su richiesta precisa dei parlamentari, è stato assicurato che:
  • Non esistono componenti elettronici che controllano la fase di miscelazione dei componenti chimici siriani, la soda e l'acqua ma solo componenti meccanici;
  • Che l'FDHS ha sistemi ridondanti nel singolo impianto;
  • Che sono installati due sistemi ridondanti (ovvero due impianti FDHS);
  • Che tutte le parti di ricambio, oltre ad essere normali componenti commerciali (pompe, tubi, saracinesche), sono presenti sulla nave;
  • Che tutti i processi chimici avvengono su tre livelli di sicurezza: gli impianti, compreso l'interno della nave, sono tutti depressurizzati, così da evitare l'eventuale fuoriuscita di vapori. Ogni impianto che vedete in foto è ermetico e depressurizzato ed ha un flusso d'aria che prevede filtri di carbone per ogni singolo passaggio.
  • I componenti che sono stati caricati sulla Ark Futura (DK) comprendono solo Iprite e DF (Componente precursore primario del Sarin). Nessun precursore del VX è presente sulla Ark Futura.
  • Che il processo di idrolisi, può essere, qualora le condizioni del mare non fossero ottimali, fermato e riavviato senza problemi. 
    Possiamo e dobbiamo augurarci che l’operazione , per il bene di tutti, vada ormai a buon fine, anche se le perplessità della popolazione della Piana sono tantissime sui modi in cui è stata e continua ad essere gestita tutta l’operazione.