lunedì 22 settembre 2014

"ANIME NERE" SULL'ASPROMONTE

di Bruno Demasi

    E’ uscito tre giorni fa nelle sale cinematogrtafiche e il primo forse a meravigliarsene, già da quando hanno deciso di girare questo film intorno e sull’Aspromonte, è stato l’autore del romanzo omonimo edito da Rubettino , Gioacchino Criaco.
    Vengo meno ancora una volta all’autoimposizione di non fare pubblicità a nessuno perché ne vale la pena. Sia il romanzo che il film non hanno nulla di artefatto e senti a pelle che l’autore, gli autori, non hanno spinto più di tanto commercialmente queste due opere per imporle al vasto pubblico, che già le ama e, men che mai, per far entrare il film in concorso a Venezia.
    E’ viaggio tra le macerie della civiltà perduta dell’Aspromonte, visione cupa,  per molti anche claustrofobica, di una grande famiglia impastata con la malavita calabrese, quella ndrangheta ormai non più confinata in Calabria, ma in affari con il resto d’Italia, d'Europa , del mondo.
      La forza del film e del romanzo però consiste non nella divagazione fumettistica di intrecci esotici e cervellotici o inverosimili, ma nel restringere la descrizione, il palcoscenico degli eventi proprio alla nostra terra., quell’Aspromonte che bene o male ci rappresenta tutti e tutti ci impregna della sua storia antica e del suo spaventoso nulla attuale.
   E’ ancora la Calabria delle guerre tra famiglie mafiose testardamente legate a a stili di vita arcaici e tradizionalisti, pur con l’i Phone di ultima generazione in mano.
    Un film da vedere , ma prima ancora un libro da leggere d’un fiato, per questa loro comune indagine“visiva” sui parossistici legami famigliari dettati dal sangue, dal rispetto e dall'onore.
     E , se non ci si fa trascinare troppo dalle atmosfere che suscita, molto intense a livello iconico ed emotivo, forse potremo anche riflettere un po’ più di quanto non ci capiti sovente sul significato di tante espressioni malate del nostro vivere quotidiano intorno e dentro quella dimensione ancestrale, bellissima e spesso schifosa, che si chiama “Aspromonte”.