giovedì 18 settembre 2014

I PIU’ POVERI TRA I POVERI SULLE SOGLIE SBILENCHE DELLE SCUOLE DELLA PIANA


di Bruno Demasi
L’UNIVERSO INFORME DEGLI INADEMPIENTI ALL”OBBLIGO SCOLASTICO”, DEI DIVERSABILI ABBANDONATI A SE STESSI, DEI PORTATORI ANONIMI DI “B.E.S”, DEI FIGLI DEGLI IMMIGRATI FANTASMA
 NELLA PIANA DI GIOIA TAURO
 

     C’è un mondo a sé che serve spesso solo a fare numero sui registri scolastici (cartacei o virtuali che siano) quando si tratta di compilare gli organici di diritto delle scuole e allora si corre alla ricerca affannosa dell’immigrato, per riempire i posti inesorabilmente vuoti negli elenchi delle classi, o del diversabile “certificato” che serve ad abbassare a 20 il tetto max degli allievi per classe, a salvare qualche cattedra dalla falcidie provocata in modo suicida dalle stesse scuole che sembrano fare di tutto per cancellare “tempo pieno” e “tempo prolungato” e per far ritornare sulla strada masse sempre più grandi di minori a rischio.

    Un mondo che poi nella stragrande maggioranza dei casi, e per tutto l’anno scolastico, viene avvolto da una coltre di silenzio e di distrazione, di oblìo e di buonismo, entrambi senza limiti , che servono a nascondere una sostanziale incapacità nella gran parte delle scuole di gestire quest’ universo impalpabile di poveri tra i poveri adoperando spugne gettate nell’angolo e dimenticate, da riprendere poi a giugno quando si tratta di coprire malamente ( e il più delle volte con ammissioni gratuite e dannose alle classi successive) le dimenticanze e le inadempienze di un intero anno scolastico.

   Quando la Provincia di Reggio Calabria, tre anni fa, con la complicità, o almeno con la tacita acquiescenza, dei comuni interessati (sarebbe più esatto dire disinteressati) ha varato il cd piano di razionalizzazione delle scuole quasi senza interpellare la popolazione ignara, le stesse scuole e le poche agenzie di partecipazione sociale esistenti sul territorio della Piana, probabilmente ha ubbidito a logiche

politiche o partitiche del tutto avulse dagli interessi reali della cittadinanza.

Lo confermano senza ombra di dubbio i risultati aberranti che stiamo già registrando.

    Pensiamo alla perdita di autonomia dell’ Istituto Comprensivo di Cinquefrondi, dell’Istituto superiore di Taurianova e , soprattutto, dell’Istituto Superiore di Oppido, unico a garantire scolarizzazione di II grado in un’amplissima fascia pedemontana priva di scuole superiori e quindi di quella preziosa presenza delle Istituzioni che le scuole possono garantire. Tre istituti che da soli coprono oltre il 40% del sottodimensionamento delle scuole oggi colpevolmente esistente in Provincia. Ed è un fatto gravissimo! Aberrante! Un fenomeno che dalle nostre parti, a fronte di un calo demografico diffuso ovunque, ha visto però lo smantellamento delle scuole solo nell’entroterra…!

    Pensiamo anche alle inadempienze di chi responsabilmente dovrebbe garantire ausili, forme di gestione delle risorse finanziarie e umane e operazioni trasparenti, ma anche controlli e attenzione alle scuole, lasciate spesso a se stesse, senza completare gli organici dei docenti, e soprattutto dei docenti di sostegno, fin dall’inizio delle lezioni!

    Pensiamo a quanti casi (se si scoperchiano le pentole se ne trovano in numero impressionante) di alunni della fascia dell’Obbligo (fino ai 16 anni!!!) che disertano le lezioni ogni anno ben oltre i canonici 50 gg di assenza consentiti e che poi vengono valutati negli scrutini finali e “promossi” grazie ad escamotages di ogni sorta o a improbabili e improponibili certificazioni mediche, per accontentare genitori distratti e a loro volta colpevoli. In tutti i sensi!!!

    Pensiamo al numero impressionante di abbandani scolastici nella fascia stessa dell”obbligo” tollerati o,

peggio, coperti dai genitori, ai quali non segue quasi mai la giusta sanzione prevista dalla Legge: un limbo sommerso che è funzionale soltanto a gonfiare gli organici, reiscrivendo a scuola ogni anno gli stessi nomi e cognomi (solo dei nomi e dei cognomi appunto) e solo per “fare numero”.

    Pensiamo agli allievi diversabili gravi, e sono tanti, per i quali il più delle volte le famiglie, abbandonate a se stesse , devono lottare per ottenere non solo quel sostegno che l’ Ufficio scolastico competente lesina e manda con colpevole ritardo tra i banchi, ma anche quei piccoli quotidiani interventi di assistenza educativa che gli enti locali sembrano concedere, solo se pressati e incalzati, come una grazia a fronte dell’enorme quantità di denaro che a livello regionale viene sprecata in mille altri rivoli…in mille altri progetti P.O.R. e P.O.N . il più delle volte inutili…

    Pensiamo alla galassia magmatica dei “B.E.S.” (Bisogni Educativi Speciali) diffusissimi nelle classi della Piana, già a partire dalle scuole dell’Infanzia, che quasi mai assurgono alla dignità di essere “ufficializzati”, pur nella privacy necessaria, nelle programmazioni curricolari dei singoli consigli di intersezione, di interclasse o di classe per la loro cura ottimale e restano terreno di nessuno e di tutti, non escluso quello dello scontro tra docenti che ne valutano la portata da angolazioni diverse: falchi e colombe insomma. Come sempre!

    Pensiamo infine, ma solo per ordine di considerazione, ai ghetti nei ghetti costituiti da quella piccola o grande folla senza numero e senza nome di figli di immigrati, il più delle volte senza permesso di soggiorno, il più delle volte afflitti a loro volta non solo dallo svantaggio enorme costituito dalla loro condizione sociale, ma anche da diversabilità, ADHD, B.E.S., bisogni vari di cui pochissimi , ma spesso nessuno, si cura.

    E ci domandiamo in tanti, a questo proposito, come e quanto nelle scuole dell’obbligo vengano
applicate le “linee guida” MIUR del febbraio 2014 (che sintetizzano normative già esistenti da anni), che impongono alle scuole di accettare allievi immigrati indipendentemente dal possesso o meno del permesso di soggiorno, che ne dispongono l’inclusione nella classe corrispondente all’età anagrafica ( o al massimo in quella precedente, senza ghettizzarli e scoraggiarli ulteriormente inserendoli in classi di alunni molto più piccoli di età), che autorizzano verso gli stessi , se in condizione di bisogno ( e accade spessissimo) il sostegno e l’assistenza educativa, anche in assenza della canonica certificazione INPS-104, che insomma danno alle scuole , ai comuni , alle province, agli uffici scolastici provinciali e regionali tutte le possibilità per garantire anche a questi ragazzi un minimo vitale di successo educativo.

    Quel “successo educativo” che da queste parti ormai appartiene sempre di più a numeri infimi di alunni. E tutti, o quasi tutti, “bravi” e/o di “buona famiglia”. 

Prosit alla nuova barbarie!