lunedì 15 dicembre 2014

NON SOLO CORRUZIONE E NDRANGHETA , MA ANCHE SANTITA’

L’AVVIO DEL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE/CANONIZZAZIONE DI PADRE VINCENZO IDA’ 
di Bruno Demasi
   E’ stato avviato stasera nella cattedrale santuario di Oppido Mamertina , in seguito all’indubbio e serio impegno del vescovo Francesco Milito e con grande concorso di gente proveniente da Gerocarne, Anoia, Terranova Sappo Minulio e da tanti altri paesi dell’entroterra, il processo per la beatificazione/canonizzazione di Padre Vincenzo Idà, il sacerdote che con molti anni di anticipo ha precorso in maniera incredibilmente lucida la necessità di una nuova evangelizzazione. Quell’evangelizzazione di cui oggi in tanti ci si riempie la bocca, ma che negli anni Trenta o Quaranta del secolo scorso era di là da venire anche nei contesti ecclesiali meno tradizionalisti.
    Già nel 1939 (appena a 30 anni di età) Vincenzo Idà fondava infatti la Congregazione delle Suore Missionarie del Catechismo e nel 1950 ( a 41 anni di età e addirittura dieci anni prima del Concilio Vaticano II) la Congregazione dei Padri Missionari dell’Evangelizzazione.
    Era nato a Gerocarne, oggi in provincia di Vibo Valentia, nel 1909 da famiglia di contadini, di cui gli rimase sempre l’habitus austero e ironico, semplice e serio, avvezzo a fatiche di ogni genere, ma anche capace di grandi progetti, e già giovanissimo, dopo essere stato ordinato sacerdote, diventava parroco in Anoia Superiore, in quella piana di Gioia Tauro minata dall’analfabetismo, dalla fame, dalla malaria e dalla ndrangheta.
    Il suo fervore missionario ebbe dunque come culla queste contrade, ma presto traboccò nel Messico dove personalmente si recò ad aprire le prime missioni, con una speciale predilezione per i poveri e gli emarginati dei quali il vasto campionario esistente nella nostra terra evidentemente non gli bastava.
  La sua azione evangelizzatrice divampò in maniera incredibilmente rapida, tanto che oggi le sue congregazioni sono presenti in tutti i continenti. Nel 1984, mentre si trovava in visita alla missione di Oaxaca in Messico, riceveva il premio eterno per le sue fatiche immani. Il suo corpo veniva traslato nella Casa Madre delle Suore in Anoia Superiore, dove oggi si venera.
   L’avvio di questo nuovo processo costituisce una grande e commossa soddisfazione per questa terra spesso esposta ai disonori della cronaca e allo sciacallaggio dei media. Terra capace di grandi nefandezze, ma anche di mille virtù ed eroismi.
    Tra questi la santità!
   Il processo di beatificazione di Padre Idà, dopo la santità riconosciuta in questi anni a Padre Gaetano Catanoso di RC, a Fra’ Umile da Bisignano e, più recentemente, a Fra’ Nicola Saggio da Longobardi, si aggiunge infatti  a quelli in corso di Don Francesco Mottola, di Tropea, di Rosella Staltari e dei coniugi Franco Bono e Maria De Angelis, nella Locride, e a quelli in dirittura di partenza di Natuzza Evolo e di Irma Scrugli, ancora nella diocesi di Mileto, Nicotera, Tropea.
   Una pioggia abbondantissima di benedizioni per un popolo preda di tanti, tantissimi soprusi, spesso anche legalizzati, ma avvezzo a lottare ed evidentemente anche a pregare.  E a pregare molto!