martedì 20 gennaio 2015

GATTOPARDI E BARRITTE STORTE

di Domenico Rosaci

Prologo

    Esiste una sineddoche nel linguaggio calabrese che indica un’appartenenza molto o per niente lusinghiera ( a seconda dei punti di vista), quella  del cd "Barritta storta" all’ Onorata Società, ma solo ai livelli più bassi, al massimo  intermedi tra la manovalanza e la dirigenza, per intenderci.

Argomentazione

     Sembra che un sempre più consistente numero di persone si stia ormai accorgendo che la Calabria, l'Italia in generale, non è più il Paese dove tutto cambia per non cambiare niente, nel senso inteso dal vecchio establishment reazionario, un tempo monarchico e poi catto- democristiano-socialcomunista.
   In quella storia, chi aveva in mano il potere lo manteneva grazie a pratiche consolidate quali l'assistenzialismo (che procurava i necessari voti per le poltrone), il trasformismo (che consentiva di mantenersi in sella anche davanti ad avverse fortune elettorali) e la collusione con le mafie (che consentiva di governare il territorio).
     In quel paese, il "padre di famiglia" navigava a vista, si barcamenava per ottenere la raccomandazione per il figlio, tirava a campare sapendo che prima o poi un'occasione, un'assistenza di qualche tipo, una risorsa anche indebita o scippata di straforo non si negava a nessuno.
    In questi anni un cambiamento è invece davvero avvenuto, ma non esattamente nel senso positivo del termine. Il potere non ritiene di avere alcun bisogno di erogare assistenzialismi, di dover accontentare un qualche elettorato (o voti Renzi o voti Berlusconi e  anche in Calabria  che tu voti a destra o a sinistra, hai votato sempre per la stessa Casta) e soprattutto non ha più bisogno di collusioni mafiose in quanto è esso stesso diventato Mafia.
    In questo scenario, è impensabile ottenere diritti per i cittadini, servizi sociali di qualche tipo, e soprattutto garanzie per i lavoratori.
   La maggior parte degli strumenti democratici, dal diritto di voto a quello di protesta e di sciopero, sono stati svuotati di significato. Così i salari sono bloccati o in arretramento continuo, le occasioni per i giovani ridotte a zero, ed anche chi consegue un titolo di studio qualificato si vede proporre remunerazioni assolutamente inadeguate. In uno scenario del genere, la maggior parte della cittadinanza nel migliore dei casi sopravvive. E quelli che si reputano più furbi, sgomitano per entrare nella Casta.
    Non c'è molto  da sorprendersi, il fenomeno che si è prodotto in Calabria, in Italia si è già manifestato nella Storia più volte: la classe cosiddetta dirigente si è evoluta in un'oligarchia, il regime di governo che ha sempre dato i risultati peggiori per i cittadini in termini di qualità della vita.
    Se al limite è in via teorica possibile che un singolo "tiranno" possa rivelarsi "illuminato", un gruppo di faccendieri che fanno comunella per difendere i propri interessi non ha nessuna possibilità di rivelarsi illuminato.

Epilogo

    I Calabresi, in particolare, favorendo la formazione di una Casta di potere dal 1945 ad oggi, hanno determinato una situazione di degrado e sottosviluppo che non ha eguali in Italia e forse neanche in Europa. Lo hanno fatto perchè di volta in volta pensavano che il Gattopardismo, il "lasciamo tutto com'è" alla fine sarebbe convenuto, perchè il clientelismo era un sistema in cui hanno fortemente creduto.
    Ebbene, adesso davanti ai fatti nudi e crudi, è meglio che comprendano di essersi illusi. La Casta porta solo ulteriore degrado e sottosviluppo. L'unica strada è riazzerare e riprendere il cammino della Democrazia, dal quale ci siamo sempre più allontanati dall'immediato dopoguerra ad oggi. Coscienti che sarà difficile e che siamo in grande ritardo, ed a soffrire di questo saranno soprattutto le generazioni future. Pensiamoci seriamente.
     E a testa alta e... scoperta!