sabato 14 febbraio 2015

Barlaam in bicicletta: IL CELEBERRIMO NON FINITO DI CALABRIA

di Natalino Russo Seminara
    Vagando con la bicicletta dei ricordi o degli sguardi sul presente, una costante mi balza all’occhio rivisitando i nostri paesi di Calabria: le case mai finite di costruire nelle quali, bene che vada, almeno l’ultimo piano ( quello dove in genere risiede il cervello) resta sempre desolatamente solo abbozzato. E’ l’emblema del provvisorio/definitivo di Calabria, quasi una tenda biblica della riunione, ma è anche l’emblema crudo ed eloquente di un contesto sociale che cresce ormai allo stato selvatico, come le ortiche. L’emblema di una nobile eredità magnogreca di cui a stento  conserviamo  i ritmi tirtaici dei tamburi per le strade.
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    In generale, anche per fatto personale, sono un convinto spregiatore della Ndrangheta e penso che proprio a causa della delinquenza ,organizzata o meno, con relativi pizzo, minacce e mancanza di legalità molti paesi siano stati degradati e resi impraticabili per eventuali investitori che avrebbero portato lavoro ed evitato, o quantomeno diminuito, quel triste fenomeno chiamato emigrazione, che tanta nostalgia e amarezza arreca per la lontananza dal proprio paese e dai propri familiari e amici.
    Schierarsi fermamente contro ogni forma di violenza e sopraffazione significa anche ammirare tutti coloro che la criminalità la combattono veramente e soprattutto disinteressatamente ovvero coloro che da questa lotta a viso aperto ricavano solo il beneficio e il vantaggio della pubblica lode e unanime stima e e ai quali basta l’orgoglio di avere bene operato e meritato.
    Per altri versi la penso come il grande Leonardo Sciascia e aborro quelli che lui chiamò, con un azzeccato, significativo e spregiativo termine “I professionisti dell’Antimafia”. In altre parole, non mi piace chi si veste da vittima e da eroe sol perché qualche balordo gli ha bruciato l’auto, o chi a parole si scaglia contro corruzione e malaffare e poi convertendosi al dio Pecunia corrompe, e/o, si fa corrompere e amministra malissimo e disperde il denaro pubblico . Di veri e autentici eroi che realmente hanno combattuto le mafie ne conosco pochi e quei pochi la mafia stessa, riconoscendoli tali e quindi estremamente pericolosi, li ha avviati prematuramente verso il loro viaggio estremo, facendo saltare per aria interi chilometri di autostrada, e/o, interi palazzi e strade.
 
    In Sicilia, ad esempio, uno dei professionsti, biasimati e smascherati da Sciascia, è Leoluca Orlando Cascio, il quale, per prima cosa, ha eliminato il secondo cognome per non fare ricordare a nessuno come il padre fosse stato in odore di mafia; poi fu nominato ( la prima volta) Sindaco di Palermo da Ciancimino, da Lima e dai Fratelli Salvo, salvo ( scusate i giochi di parole ) abbandonare e disprezzare la DC allorquando quest’ultima sotto i colpi di Tangentopoli e dell'eccessiva corruzione, cadde in disgrazia e si avviò alla dissoluzione. Insomma, scese dal carro degli ex vincitori e salì sulla gioiosa macchina da guerra di Occhetto & Compagni, ( presto sbancata, peraltro, dall’Omino Pelato di Arcore ). Memorabile un suo feroce attacco a Falcone, al Maurizio Costanzo Show, in cui lo accusò di essersi fatto da solo l’attentato all’Addaura, d’essersi venduto ai Socialisti e di nascondere nei cassetti le prove dell’inciucio Stato-Mafia e i nomi dei Politici-Padrini. Ora invece è un professionista dell’antimafia e ha la spudoratezza di partecipare alle cerimonie in ricordo di Falcone e Borsellino.
    Ma, anche in Calabria non scherziamo ( no’ jettamu i nozzula) e per esclusivi meriti anti-ndrangheta si può benissimo diventare Ministri o Assessori o, “per disgrazia ricevuta” – salve rare eccezioni – anche parlamentari o consigliere regionali.
    Per entrare ancora di più nello specifico e nell’attualità delle Calabrie, sembrava che con l’elezione plebiscitaria di Oliverio, quale governatore, fosse nata una nuova alba, propedeutica a una rinnovata era di civiltà e progresso e via millantando e illudendo e invece, se il buon giorno si vede dal mattino, ci risiamo coi
soliti giochini clientelari e il familismo o consociativismo dei quattro soliti "cumpari".
    Che la Signora Lanzetta abbia perso in un sol colpo, come si usa dire, porco e corda, ovvero ministero e assessorato può dispiacere, ma non più di tanto, dal momento che l’uno e l’altro non erano il frutto, o meglio il premio, per elevate doti e capacità, ma un ideologico e propagandistico tributo alla nomea di eroina anti-ndrangheta e, difatti, del suo soggiorno a Palazzo Chigi, come da quelli di una Kiengie o di una Idem qualsiasi, non è rimasta traccia o impronta.
    Come è possibile apprezzare infine i tanti convegni e le manifestazioni sui temi stucchevoli dell’antimafia parolaia che si celebrano a migliaia senza scalfire di un granellino di cemento il muro mafioso: evidentemente qualcuno se ne giova, soprattutto economicamente.
    Premesso poi che l’umanità e la carità cristiana sono due pilastri della buona esistenza, vorrei capire chi ci mangia o approfitta, sull’accoglienza e la permanenza di tanti poveri disgraziati immigrati, che costano 70 euro al giorno ciascuno, in tendopoli dove, dopo essersi salvati dalle gelate acque di mare, rischiano di morire per il freddo, di polmonite e/o di malnutrizione.
    Non abbiamo mai brillato per la caratura dei nostri politici, raramente ministri, ma mai di primo piano, più spesso sottosegretari impegnati a sistemare se stessi e i propri familiari e gli amici, I vari Misasi, Tassone, Vincelli, Antoniozzi si sono distinti più come ufficiali di collocamento che come accorti amministratori.
    Amo comunque il mio Sud con le sue case non finite che ti fanno stringere il cuore e provare invidia per il
grasso e ordinato Nord che mi ospita da mezzo secolo e dove ho trovato lavoro e potuto arricchire la mia cultura e il mio civismo.
    Tifo Sud con tutto me stesso, ma non posso sottacere che su tantissime cose forse dovremmo prendere esempio dai Nordici. Un giorno, un amico polentone mi disse quale era, a suo parere, la principale differenza tra un politico del Settentrione e uno del Meridione. Poiché, anche se a malincuore, ritengo che avesse ragione, ve la riporto, parola più, parola meno : il Meridionale trova un posto in posta, in banca, o in ospedale; oppure procura una casa popolare, ai propri familiari, amici, votanti del proprio collegio, magari scavalcando e danneggiando altri che ne avrebbero avuto più titolo e diritto e così facendo, sistema qualche dozzina di fortunati ( deludendone molti altri ai quali aveva promesso analogo beneficio). Il Settentrionale, invece, si impegna e fa in modo che nel suo territorio vengano costruiti, o installati, un ufficio postale, una banca, un ospedale, una fabbrica, un supermercato, una scuola, un agglomerato di case popolari, sistemando così centinaia, o migliaia di persone e famiglie e facendo progredire tutta la zona nel suo complesso e non pochi fortunati e spesso raccomandati “amici, o amici degli amici”, o ancora peggio autentici delinquenti matricolati. 
     Fa rabbia pensare che noi eravamo Magna Grecia e siamo diventati solo Magna e loro che bevevano nel teschio del padre di Rosmunda, poiché non conoscevano i bicchieri, magnano sì, ma fanno anche tanto mangiare gli altri. E le eccezioni lodevoli, pure presenti, confermano solo questa terribile regola.