mercoledì 18 febbraio 2015

GLI STRANI “MOVIMENTI ECCLESIALI” NELLA DIOCESI DI OPPIDO - PALMI

di Bruno Demasi
   L’esortazione a non contrapporre, anzi a eliminare la contrapposizione tra parrocchie ed aggregazioni ecclesiali, nella linea di quanto già indicato dai suoi predecessori, è di papa Francesco ed offre subito un quadro di sintesi del tessuto dolorante della Chiesa, nella quale evidentemente ancora in molti casi questa contapposizione affiora  spesso in modo silente, ma devastante.
    E’ delicatissima infatti la materia dei rapporti tra parrocchie ed aggregazioni ecclesiali, in particolare tra parrocchie e quei nuovi movimenti che nelle espressioni di molti papi e teologi costituiscono la “primavera della Chiesa” , un “dono dello Spirito Santo alla Chiesa”, ma oscillano  nei loro rapporti con la gerarchia ecclesiale da forme di presenza molto determinate a forme di emarginazione e di cammino spontaneistico  ( si immaginino le aggregazioni che pretendono di essere cattoliche riunendosi addirittura in case private), fino a toccare a volte gli estremi di una vera e propria clericalizzazione del laicato, che diventa invadente e assillante, o , per contro, di una marginalizzazione della realtà movimentista, quando essa è abbandonata da tutti, costretta a chiudersi in se stessa e a soffocare quasi i germi della missionarietà tanto importanti e necessari nella chiesa di questo tempo.
    L’ago della bilancia è e rimane sempre il parroco, ovviamente il parroco occupato a fare il ministro di Dio: non si pretende che egli sia necessariamente carismatico di suo, con tutti i rischi di incomprensione , ahimè, che ciò comporta, ma la sua presenza vigile e solerte di promotore e direttore d’orchestra dei carismi , senza forme di settorialità nei comportamenti pastorali, ma solo di guida, correzione e stimolo, è assolutamente irrinunciabile, e lo è a maggior ragione nel contesto parrocchiale che accolga movimenti e/ o altre aggregazioni laicali.
    Il protagonismo del laicato è , in ogni caso, elemento fondamentale che appartiene agli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Incorporato alla Chiesa, ogni membro del Popolo di Dio è inseparabilmente discepolo e missionario e bisogna sempre ripartire da questa radice comune a tutti, figli della madre Chiesa (cfr Evangelii Gaudium, 120). La Lumen Gentium” afferma a chiare lettere che il laico è membro del popolo di Dio, a tutti gli effetti. Deve essere nelle realtà del mondo  il fermento, la presenza, il testimone, il coraggioso evangelizzatore, ma con la testimonianza di vita e il coraggio della parola e della coerenza.
    “Come conseguenza di questa comune appartenenza alla Chiesa e partecipazione alla sua missione –  afferma il Papa - è importante non contrapporre tra loro le parrocchie e le aggregazioni ecclesiali laicali. Queste ultime, nella loro varietà e dinamicità, sono una risorsa per la Chiesa, con la loro proiezione nei diversi ambienti e settori della vita sociale; ma è bene che mantengano un legame vitale con la pastorale organica delle diocesi e delle parrocchie, per non costruirsi una lettura parziale del Vangelo e non sradicarsi dalla madre Chiesa (cfr ibid., 29)”. (Radiovaticana, 15.3.’14)
    Quanto questa visione dei movimenti sia metabolizzata nella chiesa della Piana di Gioia Tauro è controverso stabilirlo: occorrerebbe guardare le situazioni caso per caso sia per quanto attiene agli atteggiamenti dei laici costituiti in gruppo in nome di uno specifico carisma o stile spirituale e di preghiera sia per quanto attiene agli atteggiamenti inclusivi o meno del parroco a cui ogni realtà viene affidata. Comunque sia, non è certo questa la sede per fare analisi, anche se la materia fa discutere spesso e non di rado crea deleterie divisioni tra gruppi e gruppi ( ciascuno dei quali in genere è fortemente geloso della propria identità), tra gruppi e parrocchie o addirittura all’interno dei medesimi gruppi. Il che è quanto dire…
    Ma qual è la reale situazione dei movimenti ecclesiali e delle altre aggregazioni laicali esistenti in Diocesi?
      Con l’aiuto di alcuni amici – referenti ho elaborato questa griglia, nella quale i numeri, per loro natura molto fluttuanti di anno in anno o addirittura di settimana in settimana, sono calcolati in modo certamente ottimistico:

RINNOVAMENTO CARISMATICO:
RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO: Palmi , Taureana, Polistena, Rosarno, Oppido -
GESU’ RISORTO : Gioia Tauro - Cittanova
SERVI DI CRISTO VIVO : Seminara
LA CASA DEL PADRE: Palmi, S. Eufemia, Sinopoli

CAMMINO NEOCATECUMENALE: Delianuova  - Rizziconi – Oppido –Melicucco – Polistena - Serrata
TOTALE ADERENTI :  930 circa  (0,53%)

AGGREGAZIONI  DI EMANAZIONE DA ORDINI RELIGIOSI:
MOVIMENTO GIOVANILE GUANELLIANO
GIOVENTU’ FRANCESCANA
TERZIARIATO FRANCESCANO
FAMIGLIE CONSACRATE AL SACRO CUORE DI GESU’(Madre Clelia Merloni)
TOTALE ADERENTI:  180 circa (0,10 %)

GRUPPI  TRADIZIONALI STRUTTURATI IN PARROCCHIA:
A.GE.SC.I.: varie parrocchie
AZIONE CATTOLICA : varie parrocchie
TOTALE ADERENTI  GRUPPI STRUTTURATI: 980 circa ( 0,56%)

TOTALE  ADERENTI A MOVIMENTI + AGGREGAZIONI RELIGIOSE : 1110 (0,63%)

TOTALE ADERENTI A  MOVIMENTI + AGGREGAZIONI RELIGIOSE + GRUPPI STRUTTURATI:2090 (1,19%)

  Ai suddetti gruppi vanno aggiunte quelle numerose e segmentarie aggregazioni spontanee e informali che si identificano nel carisma di Fratel Cosimo Fragomeni e  della Madonna dello Scoglio e nei Cenacoli di preghiera di Natuzza Evolo. Non vengono invece censite le aggregazioni più settorali come il Movimento Vedove Cristiane, quelle riguardanti alcuni  ordini professionali (giuristi, medici cattolici, ecc), il MEIC e altre realtà nascenti in  diocesi localizzate in qualche parrocchia, dunque sostanzialmente ancora a sè stanti.
   Chi vuole può segnalarmi su fb  eventuali omissioni e/o inestattezze riscontrate in questo quadro di sintesi, inevitabilmente soggetto a qualche margine di approssimazione se non altro per la fluidità della materia trattata. 































   





 
   Come si vede, pur calcolandolo per eccesso, il numero complessivo degli aderenti alle varie aggregazioni (movimenti in senso stretto, aggregazioni di emanazione di ordini religiosi, gruppi tradizionali parrocchiali strutturati preesistenti ai movimenti postconciliari), si può stimare attestato su una percentuale di appena l’ 1,20 % sul numero complessivo degli abitanti residenti in diocesi. Un numero fortemente esiguo che fa interrogare quanti hanno a cuore le sorti in diocesi della cd “Nuova evangelizzazione”, tanto decantata e inseguita, quanto evanescente sia per la necessità di catecumenato di molti immigrati presenti nella Piana, affidato il più delle volte alla buona volontà e al grande sacrificio di qualche sacerdote, sia soprattutto per i cosiddetti “cattolici domenicali” che caratterizzano la parte numericamente più vistosa di quel 98,80% di cattolici non appartenenti ad alcuna tra le possibili aggregazioni di cui sopra e oscillanti tra una religiosità di maniera, con devozionismi antichi e nuovi, fino a vere e proprie forme di idolatria personale o collettiva…
    Il numero maggiore degli aderenti ai movimenti riguarda le varie realtà carismatiche, che pur con mille sfaccettature identitarie, si sforzano di riaffermare con forza i due concetti di base: la Chiesa come fonte e dispensatrice di carismi di cui non vergognarsi e il protagonismo dei fedeli laici, in virtù del Battesimo, protagonisti nell'opera di evangelizzazione e promozione umana più che mai urgenti in una realtà assolutamente disgregata, povera e oppressa da mille forme di corruzione e  di confusione a tutti i livelli, quale la piana di Gioia Tauro.
    Stiamo attendendo insomma che la primavera arrivi anche da queste parti