mercoledì 11 febbraio 2015

L’OSPEDALE DELLA PIANA DI GIOIA: CHE CI SIA CIASCUN LO DICE, DOVE SIA NESSUN LO SA…

di Bruno Demasi
   E’ inutile e vergognoso continuare a gingillarsi parlando di Ospedale della Piana di Gioia Tauro, quello che, per intenderci, una volta incanalati i mille rivoli inutili in cui si continua a sperperare il denaro pubblico su decine di strutture obsolete e fantasma , sarebbe dovuto sorgere al centro geografico di questo territorio per fornire prestazioni sanitarie di eccellenza accessibili a tutti e in tempi brevissimi.
    Al massimo possiamo parlare di un rinnovando ospedale di Palmi o di un ospedale fantasama itinerante tra Polistena, Palmi e Gioia Tauro o addirittura di un puzzle sconnesso di ospedali che, imbellettati alla meno peggio, continuano a succhiare soldi al contribuente per garantire servizi a rate nei quali la maggior parte delle terapie si affidano al buon senso e all' abnegazione dei centodiciottisti a bordo di poche ambulanze alcune delle quali residuati di una guerra silenziosa da sempre combattuta contro i poveri . Cosicchè il paziente incauto ricoverato a Gioia o altrove, per fare una TAC viene spedito a Polistena e per un a RM, a Reggio, vista l’estensione territoriale folle dell’ Azienda Sanitaria Provinciale criminalmente costituita, accorpando varie ASL, all’epoca del governatorato Loiero e della sua assessora alla Sanità , magistrata in aspettativa, che dopo aver praticamente smantellato, per la sua parte, la sanità calabrese, oggi fa la silente deputatessa del PD nei comodi palazzi romani.
    Delle varie le A.S.L. “accorpate” rimangono in piedi però tutti i carrozzoni, nessuno escluso, nemmeno esclusi gli affitti astronomici di strutture private che ormai accolgono soltanto uffici fantasma e “Unità Operative” del fumo. Insomma neanche un cent di risparmio sulla spesa dopo l’accorpamento delle unità sanitarie nella pletorica azienda sanitaria attuale che da Lazzaro giunge fino a Laureana e dalla dorsale dell’Aspromonte fino alla costa, dove Palmi è solo un puntino decentrato, su un territorio solcato da letamai travestiti da fiumare e da mulattiere travestite da strade.
    E Palmi ridiventa ancora una volta caput Pianae, e nei piani sbandierati trionfalmente in questi giorni dal cosiddetto assessore alle Infrastrutture, Nino De Gaetano, diventato a ragione la bandiera eloquentissima della giunta trinitaria di Oliverio, si torna a parlare di un nascente ospedale, che non è della Piana, ma è solo un altro feudo nascente di Palmi, come quello di Polistena che non è della Piana, ma è solo un feudo obsoleto e rinascente di Polistena, come quello di Gioia Tauro, che non è della Piana, ma il nulla elevato a sistema di Gioia Tauro.
    Questi contropiede e rimpalli di malati anche gravi che vagano quotidianamente sui tratturi sconnessi della Piana in attesa che si liberi qualche posto da qualche parte è destinato dunque a continuare nei secoli dei secoli, malgrado il nuovo sistema “di trasparenza “ sbandierato da De Gaetano e dalla sua troupe, pronti a dare il via alle grandi, grandissime manovre per spendere e spandere le grandi, grandissime somme che Scopelliti non ha fatto in tempo a impiegare, con suo sommo rammarico.
    Una vecchissima e nuova occasione, volutamente sprecata, per Oliverio di azzerare tutto il magma depositato negli anni e ripartire da zero in maniera realmente chiara, efficace, efficiente e responsabile per pensare e realizzare un vero ospedale di tutti e di non giocare più sulla pelle della gente.
    Signori, la Sanità della Piana è ancora una volta servita come meritiamo. E con vini e aceti d’annata. 
    Prosit!