mercoledì 8 aprile 2015

LA MAESTRINA CALABRESE VIRGINIA CUNDARI, PRECORRITRICE DELL’EMANCIPAZIONE FEMMINILE

di Maria Lombardo
   E' una piccola grande storia che racconto con orgoglio, una storia tutta calabrese intrisa di sudore per l’ emancipazione femminile. Virginia è sicuramente una di quelle donne che andrebbero celebrate l'8 marzo, perchè per quelle come lei tutti i giorni erano l'8 marzo. E sicuramente, leggendo questa storia, molti dei nostri corregionali esclameranno di non conoscere l'avvenuto, eppure la maestrina di San Sostene era molto nota ai suoi tempi, protagonista comunque di una storia che, visti i tempi, era difficile immaginare.
   Sto parlando della  maestra Virginia Cundari che, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale a San Sostene, negli anni '50 del '900 veniva eletta sindaco. Qualcosa di straordinario che anche i giornali dell’epoca riportavano a grandi lettere: la prima donna sindaco di tutta l'Italia Meridionale era calabrese e riuscìva con forza e coraggio per ben 15 anni ad amministrare con zelo il centro del catanzarese dviso tra una zona marina e una, molto interna, adagiata sulle Serre Calabre.
    L’Avanti, organo del partito socialista e giornale a diffusione nazionale, le dedicava un ampio servizio e una rivista femminile all’epoca additava ad esempio di onestà ed abnegazione amministrativa “L’arte del governo di Virginia Cundari, Sindaco di San Sostene”.
   Era vedova di guerra, madre e maestra convinta che l’emancipazione di un popolo passasse anzitutto attraverso l’alfabetizzazione di tutti, ma era anche dotata di molta determinazione e tirò fuori tutta la sua grinta ed energia per conciliare l’attività di mamma, di maestra e di amministratrice di un paese, in un momento storico in cui le donne non avevano riconosciuti tutti i diritti che spettavano agli uomini. In siffatta situazione il
paese di San Sostene si dimostrò invece molto emancipato, smentendo lo stereotipo di paese montano arretrato degli anni '50 e dando a una donna infatti la libertà di effettuare scelte di vita autonome e consapevoli.
    Virginia dovette lottare molto contro l’ipocrisia e l’arretratezza generalizzate per rendere San Sostene un paese fruibile: la si ricorda sempre battagliera, ma spesso e in certi tratti materna con tutti, specialmente con i più diseredati, impegnata nel sociale, nella concessione dei buoni pasto, nella eliminazione delle tasse ,“u hocatu”, per quattrocento famiglie, nella realizzazione delle attuali stradine del paese e, soprattutto, nella realizzazione della scuola e nella lotta all’analfabetismo con l’insegnamento anche diretto nel doposcuola pomeridiano per i lavoratori.
    Non è neanche da trascurare la sua avversione per la monarchia, per lei emblema di mantenimento di uno stato sociale statico in cui le classi più povere erano asservite alla fame, e il suo schierarsi a viso aperto con i repubblicani nel 1948 nel referendum, quando molti centri interni della Calabria venivano invece pilotati a votare per il re e la regina.
    La Cundari effettivamente ha lottato a viso aperto per la parificazione sociale di San Sostene, riuscendo a
spianare molte differenze addirittura anni prima di quel fatidico 1956 quando veniva promulgata la legge sulla partecipazione delle donne all’amministrazione della giustizia nelle Corti di Assise e nei Tribunali per i minorenni e di quel 1977 quando si cominciò a parlare di parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro. Ed è sicuramente grazie all’azione della loro maestrina che i Sansostenesi hanno sempre saputo esprimere una visione amministrativa e sociale molto più avanzata rispetto a molti paesi del loro territorio.
    E’ così che vogliamo ricordare “la mamma del popolo”, come i Sansostenesi, nostri nonni e genitori, preferivano chiamare questa donna, propugnatrice reale del diritto femminile alla personale realizzazione sociale e civile , della libertà di sposarsi o non sposarsi, di scegliersi l’uomo della propria vita senza imposizioni e , se nubile, di non essere bistrattata da nessuno.
  Proprio l’alba di una nuova era per la Calabria tutta!