mercoledì 6 maggio 2015

A PLATI’ NON SI VOTA: COME I CANI DEI GUCCERI!

di Bruno Demasi
   Oggi non è più tanto il sonno della ragione a generare mostri, come voleva un celebre pittore spagnolo, ma il sonno della democrazia a generare eserciti di mostriciattoli che sanno e fanno tutto anche a costo di demolire la Costituzione o di prenderla in giro.
    E se fino a ieri la Sicilia, tra una folklorica raffica di lupara al vento e un vassoio di cannoli, era nel bene e nel male il grande laboratorio politico della Nazione, oggi il testimone sembra essere passato a quella Calabria, nella quale si sperimentano con largo anticipo le situazioni politiche e sociali che poi esplodono col fragore e l’odore di un petardo bagnato nelle aule parlamentari , dove poco più di 300 esponenti del Partito della Nazione si votano da soli la propria legge elettorale facendo finta di non aver capito che questo genere di azioni ha il suo corrispettivo semantico solo nello squadrismo parlamentare e nel disprezzo della Democrazia. 

   E’ la Calabria, che all’Expo, smessi i sobri panni antichi, si presenta in un manifesto come un’accattivante maya desnuda semicoperta da peperoncini, secondo l’erotica immaginazione di chissà quale designer ruspante, a dimostrare carte alla mano che il sonno, anzi l’incubo letargico, della Democrazia ormai decretato ufficialmente a livello nazionale dall’approvazione coatta dell’Italicum e dai bavagli e dalle bravate governative che l' hanno preceduta, genera situazioni nuove destinate a moltiplicarsi, e non solo a livello locale.
    A Platì d’altronde la democrazia è ormai passata dallo stato sonnolento a quello comatoso nell’assoluta indifferenza dello Stato e in questi giorni, alla scadenza dei termini previsti, ancora una volta non è stata presentata nessuna lista per la tornata elettorale del 31 maggio prossimo per l'elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale. 
    I commissari prefettizi, nominati dopo lo scioglimento di un anno e mezzo fa per presunte infiltrazioni mafiose, continueranno quindi a gestire il Comune fino all'indizione di una nuova tornata elettorale, probabilmente nel prossimo mese di novembre. Pensano probabilmente che nel giro di qualche mese l’educazione alla Cittadinanza dei Platioti, l’educazione al coraggio e all’ottimismo democratico in una terra abbandonata da tutti, raggiungerà vette tali da consentire la presentazione di almeno due liste per il Comune, la cui storia elettorale e politica dell’ultimo quinquennio è esemplare per tutti:

· 18 aprile 2011: il consiglio comunale viene sciolto per le dimissioni rassegnate dal sindaco Michele Strangio ed il Comune è commissariato;

· 30 marzo 2012: viene applicata la misura prevista dall'art.143 del D. Lgs. n.267/2000 con la revoca della convocazione dei comizi elettorali per le elezioni comunali del 6 e 7 maggio 2012 a causa dello scioglimento del Consiglio comunale deliberato dal Consiglio dei Ministri ;

· 6 agosto 2013, la durata dello scioglimento del consiglio comunale, fissata in diciotto mesi, è prorogata per il periodo di sei mesi.

· 25 maggio 2014 i cittadini di Platì si recano alle urne per le elezioni comunali 2014. Le elezioni non risultano valide per il mancato raggiungimento del quorum dei votanti.

· 16 aprile 2015: indizione nuove elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, da tenersi il 31 maggio 2015;

· 2 maggio 2015: scadenza termini per la presentazione delle liste. Nessuna lista presentata a Platì.
   Un paese che paradossalmente ha avuto più santi in paradiso e governanti che gli volevano bene all’epoca di Zanotti Bianco o del maresciallo Massaro Peppe Delfino, e che oggi lo Stato ha irrimediabilmente abbandonato a se stesso, salvo a definirlo “area a rischio” quando si tratta di buttargli in pasto una manciata di spiccioli per finanziare quelle pseudoattività di formazione alla cittadinanza alla cui efficacia zuccherosa non crede più nessuno.

    Un paese che è comunque la cartina di tornasole di questo Stato che non protegge e non aiuta, lontano mille miglia dai bisogni reali dei suoi cittadini, anche di quei cittadini appestati come noi, di cui tutti evitano persino di parlare. Di quello stesso Stato che però riscuote con fare da strozzino le cartelle di Equitalia anche e soprattutto dai Platioti, la maggioranza dei quali sono unti di sangue e morti di fame.
     Come tutti noi.  
    Come i cani dei gucceri.