martedì 28 luglio 2015

C'ERA UNA VOLTA...IL CASTELLO DI FIUMEFREDDO

di Felice Diego Licopoli
   Un altro possibile excursus intelligente su questa terra che nell'immaginario nazionalpopolare di pittoresco non vanterebbe nulla ( a parte la nduja, la tarantella e  la classe politica ).
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  Il fascino ineguagliabile della Sila, e della zona costiera in provincia di Cosenza, si riflette nella bellezza dei piccoli borghi, che respirano storia attraverso le loro viuzze scoscese, i loro monumenti, i ruderi del grande passato, che tuttora si ergono immortali nelle loro superbe rovine, accarezzate ogni giorno dalla luce del tramonto, che dona ad essi un tocco di romanticismo e di regalità che lo sguardo dell'uomo non può fare a meno di cogliere.
      Uno di questi borghi si trova proprio là, nella zona costiera meridionale del cosentino, tra Falconara Albanese e Longobardi Marina. Si tratta di Fiumefreddo Bruzio, borgo annoverato tra i più belli d'Italia, che rappresenta senza ombra di dubbio una delle meraviglie storiche paesaggistiche e culturali della provincia cosentina. Il borgo si trova su una superficie collinare, che arriva, con il Monte Cocuzzo, ad una cima di 1541 metri; il territorio, ricco di immensi boschi di querce, è costituito da un massiccio montuoso collinare nell'interno, e nel sottobosco crescono varietà di piante officinali come menta, origano e felci.
 Dal massiccio si ergono due falangi collinari, tagliate in due da una stretta valle fluviale, alla cui base scorre una fiumara appenninica, caratterizzata prima da sommità tondeggianti, per finire poi, nella parte che ricade sul mare, in forma di pianori, su uno dei quali è edificato il borgo medievale di Fiumefreddo, tra incantevoli piantagioni di uliveti e vigneti della splendida macchia mediterranea.
      Si trova ubicato proprio in questa cittadina, un famoso castello, chiamato Castel Freddo, o Castello della Valle, ma più semplicemente noto come Castello di Fiumefreddo. Esso fu fatto edificare intorno al 1050 da
     Roberto il Guiscardo, re normanno, con lo scopo di contenere gli assalti dei nemici. Nei secoli successivi, il castello ricoprì un ruolo di grande importanza dal punto di vista strategico e visse momenti di grande splendore e di gloria, essendo abitato da grandi personalità come il Duca di Somma, il Vicerè di Calabria, Don Pietro Consalvo de Mendoza, marito di Isabella Della Valle. Nel 1807 il castello venne distrutto dall'artiglieria francese del generale Reyner, il quale aveva l'intento di catturare ad ogni costo Giovan Battista De Michele, il capo della resistenza borbonica nella Calabria Citra.
     Le strutture del maniero sono rimaste  in restauro per un periodo lungo 10 anni, ed un costo di oltre 5 miliardi di euro, ed ha finalmente ritrovato la propria bellezza ed il proprio decoro, con il recupero di alcuni locali sotterranei i quali diverranno luogo di mostre artistiche e di esposizioni museali. Il castello è stato dichiarato "Monumento Contro Tutte le Guerre" nonostante le cannonate francesi siano ancora ben visibili. Inoltre , lo stesso maniero,venne visitato da Salvatore Fiume, che un giorno, mentre rientrava dalle sue vacanze in Sicilia, decise di svoltare verso Falerna dall'autostrada, ed incuriosito dall'omonimia del nome, decise di fare una visita a Fiumefreddo. Giunto subito dopo la pineta di Longobardi, guardando in alto, scorse i ruderi del castello, e ne rimase affascinato.
    Senza dubbio, il Castello della Valle è uno dei monumenti più importanti di tutta la Calabria, ed il suo fascino rimarrà immutato nel tempo e nei secoli avvenire.