martedì 8 agosto 2017

LA CALABRIA MAGNOGRECA URLA IL SUO “NO ! ”

di Domenico Rosaci e Bruno Demasi
   Malgrado la dilagante corruzione che a tutti i livelli investe la pubblica amministrazione, malgrado la grassa ignoranza di leve sempre più presuntuose  di politici ed amministratori alla ricerca di consensi o coperture ideologiche  per il vuoto che caratterizza le loro azioni, c’è ancora una Calabria “magnogreca” che sente la sua filiazione diretta dalla Grecia e che in essa riconosce non solo le radici, ma anche la sostanza della propria civiltà messa sotto il calcagno dei nuovi barbari pagati per affossarci.
    E’ la Calabria degli onesti, di coloro che non hanno mai abbassato il capo davanti sl mostro a sette e più teste della corruzione e della sopraffazione che hanno distrutto questa terra e persino il ricordo  dei nostri avi che molti secoli or sono hanno attraversato il mare Ionio per portare qui la cultura della parola, della geometria, della filosofia  e del bello in tutte le sue forme.
    E’ la Calabria di chi non crede e non crederà mai agli specchietti per le allodole degli “aiuti” comunitari che da queste parti, come in Grecia, hanno generato e continuano a generare  soltanto corruzione e spreco e ricchezze a buon mercato per pochi.
    E’ la Calabria che, come la Grecia, non crede più ai missionari che vengono qui a governare e a tagliare la scuola, la sanità, i trasporti per fare gli interessi di chi se ne infischia della certezza del diritto , della legalità, della povertà della gente.
   E’ la Calabria che non si lascia manipolare dai mezzi di informazione finanziati nella stragrande maggioranza dal potere delle banche.
    Difficile, difficilissimo infatti far comprendere quello che sta succedendo sulla scenario internazionale a milioni di cittadini privi di informazione. Giornali e televisioni continuano a diffondere falsità su falsità, al punto tale che ormai raccontano di un mondo che esiste solo nella fantasia.

    Giusto per accennare ad una piccolissima informazione tenuta accuratamente nascosta dai media, ricordiamo che la Grecia moderna  è stata spinta al tracollo economico facendole generare spesa pubblica a vuoto per un paio di decenni, esattamente come sta avvenendo in Italia. In sintesi: i cittadini pagano le tasse, e questi introiti invece di venire investiti per distribuire servizi, vengono trasferiti nelle tasche di delinquenti e mafiosi, grazie al sistema di governo corrotto. E' così che si è generata la spesa pubblica in questi paesi, non certamente perché i cittadini hanno "scialato", come ancora si sente raccontare nelle farneticazioni deliranti dei media. Il debito pubblico di Grecia, Italia e di tanti altri paesi è lo strumento tramite il quale i detentori del potere continuano a mantenerlo.E ad esso si aggiunge l'esodo biblico pilotato e voluto da nostri governanti di centinaia di migliaia di disperati che ogni giorno approdano nei nostri porti producendo ricchezza a buon mercato  - ormai è chiaro - anche per molti infiltrati in ONG di dubbia moralità.
    In realtà, i paesi con maggiore debito pubblico rispetto al PIL sono quelli più ricchi, ovvero Giappone, Usa e Cina. Il loro benessere viene finanziato, oltre che dalle guerre alimentate nelle regioni in cui vanno a rubare risorse, dalle risorse che gli altri hanno "prestato" loro. Ma nessuno di tali Paesi rischia ovviamente il fallimento. Lo ha  rischiato ieri  la piccola Grecia, per 15 miliardi di euro che nessuno le poteva "abbuonare". Perché se i "signori delle banche" lo facessero, dovrebbero ammettere che quel debito era ed  è ingiusto, creato con la corruzione e col ricatto, frodando i cittadini greci allo stesso modo in cui si stanno frodando quelli italiani.
    Ancora oggi i benpensanti bollano con la scioca accusa di "Populismo" i movimenti popolari sorti in Grecia, in Spagna ed il M5S in Italia, quei movimenti che, malgrado tutto, unici e soli mantengono con dura fatica una loro adesione alle costituzioni di questi paesi semidistrutte dai poteri delle banche e stanno dimostrando che i cittadini stanno finalmente capendo il meccanismo della frode. Non bisogna avere paura, e ad ogni proposta che arriva da questa cordata internazionale di banditi bisogna rispondere sempre, con coraggio NO.

    Malgrado ciò molti, anche nella Calabria dello sfascio totale, continuano strumentalmente a dibattere su categorie ideologiche ormai inesistenti nella vita reale: la società si è evoluta o involuta , suo malgrado, troppo rapidamente e dobbiamo prenderne atto. Lo stesso Gramsci, se oggi vivesse, smetterebbe di schierarsi con alcuni partiti cosiddetti tradizionalisti di sinistra, divenuti veri e propri contenitori di corruzione, per rivolgere la propria attenzione ai movimenti di democrazia partecipativa, gli unici che oggi si propongano concretamente di combattere il mostro della corruzione e di fare i reali interessi della gente. Scriveva infatti il grande sardo in proposito :” I partiti politici sono il riflesso e la nomenclatura delle classi sociali. Essi sorgono, si sviluppano, si decompongono, si rinnovano, a seconda che i diversi strati delle classi sociali in lotta subiscono spostamenti di reale portata storica, vedono radicalmente mutate le loro condizioni di esistenza e di sviluppo, acquistano una maggiore e più chiara consapevolezza di sé e dei propri vitali interessi. “(L’Ordine Nuovo, 9 ottobre 1920).
     Non ci sono dubbi, non ci possono essere dubbi ormai, su quali siano i movimenti che oggi in Europa rappresentano la vera Sinistra, se proprio vogliamo ancora ricorrere a queste categorie ideologiche che comunque rendono l’idea. Sono quelli che parlano realmente e non per posa di socialismo, di supporto ai lavoratori e ai loro bisogni, di "cosa pubblica" e di "questione morale". Ed è altrettanto chiaro da che parte stiano coloro che hanno dato vita a "Jobs act", "Buona scuola" e riforme antidemocratiche ed incostituzionali. Ecco con chi è schierato Matteo Renzi e il suo PD, ecco con chi si relazione anche il governo Gentiloni, prontissimo a tagliare ancora sul welfare, ma a regalare miliardi alle banche venete: con i poteri forti, voltando le spalle al Mediterraneo, ai valori della libertà e di quella giustizia sociale che fa storcere il naso ai Junker e alle Merkel di turno.
    E come durante l’ultimo conflitto mondiale il primo grido di orrore e di rifiuto verso il Nazismo partì proprio dall’acropoli di Atene sulla quale i Greci dipinsero con la calce un mastodontico όχι! (NO), urlando al mondo l’orrore per quella guerra inventata  da  criminali, ci auguriamo che il NO convinto anche dei Calabresi all'intrallazzo e alle mascherature di legalità  sia solo l’inizio di una nuova lotta europea contro chi sta affamando i popoli e distruggendo, insieme con le democrazie, la civiltà.