martedì 25 agosto 2015

LE TASCHE VUOTE DEI GIOVANI CALABRESI E LE TASCHE PESANTISSIME DI NONSISACHI

di Bruno Demasi
   Probabilmente l’interesse peloso per la Calabria e per i Calabresi, iniziato subito dopo l’Unificazione e alimentato allarmisticamente dalle sirene del brigantaggio pilotato, nell’arco di questi 150 anni ha visto migliaia di frettolosi stanziamenti milirdari (se commisurati alla forza denaro di oggi) ufficialmente  per risollevare le sorti di questa terra, ma molto spesso anche per riempire a dismisura numerose tasche rimaste misteriosamente ignote…
    Ultima di queste panacee al citrato sanpellegrino l”Agenda 2000”, i cosiddetti fondi strutturali, dal cui pentolone e dalla cui grancassa ormai da 15 anni escono smisurate quantità di finanziamenti  europei ( realizzati anche con l'esosa tassazione impostaci dai nostri governi ballerini) spesi nell’80% dei casi per progetti dai titoli commoventi, lacrimosi, gioviali, ottimistici, assonanti, deliziosi, inutili. Titoli  che quanto prima occorrerà riunire in un volume  per memoria futura  dei monumenti al fumo che con estrema finezza siamo stati capaci di erigere in mezzo alla palude.
    Di quanto 15 anni milionari di espletamento di tali progetti abbiano favorito, o almeno, spinto la creazione di occupazione in Calabria ce lo dice l’Istat in una recente rilevazione dalla quale si evince che non era mai successo che nell’intero Mezzogiorno, ma specialmente in Calabria, la disoccupazione giovanile superasse il 60%. 60,4% per i ragazzi ( 51,2 un anno fa); 61,6 per le ragazze ( 52,6% nel 2013) con una media del 60,9% ( 51,9% nella precedente rilevazione ). I giovani meridionali tra i 15 e i 24 con un lavoro di qualsiasi tipo (anche precario, anche a tempo parziale, anche in nero) sono ormai appena 223 mila contro i 513 mila di dieci anni fa, quando la situazione non era certo positiva e la disoccupazione al Sud era comunque al 37,7. 

    I fondi strutturali, solo per fare degli esempi ingenui, hanno intrapreso tortuose stradine e importantissimi viottoli sconosciuti ai più che sono stati lastricati di oro e di platino a fronte del banalissimo disastro di buche, voragini  e frane del sistema viario ufficiale che la plebe ignara si ostina ancora a usare. Hanno parlato tantissimo di medicina convocando costosissimi cervelloni da fuori regione a sedersi ai mille tavoli sontuosamente addobbati e dispiegati davanti a platee desterte, evitando accuratamente di sfiorare il volgare argomento della fatiscenza delle strutture e dei sistemi  di cura che ci restano e quella delle menti di chi li gestisce. Hanno sparso fiumi di parole e di inchiostro non sulla catastrofe dell'agricoltura, ma sulla dieta mediterranea, che al massimo hanno prodotto qualche ode sgrammaticata alla nduja e al peperoncino.  
  
   Ma è nel mondo della scuola che i fondi strutturali hanno creato il loro capolavoro distribuendo a piene mani, ad esempio, quanto necessario per propagandare il nulla o per ingentilire ed affinare l’inglese e il tedesco dei nostri giovani in vista della loro coatta emigrazione nei paesi anglosassoni oppure per contenere le derive dell’improbabile abbandono scolastico al massimo di una ventina di alunni a botta, pardon a progetto, scelti accuratamente tra quelli che non hanno abbandonato la scuola e non hanno alcuna intenzione di farlo.
   Che poi nello stesso mondo, a parte rare eccezioni, non si facesse in alcun modo orientamento scolastico serio o formazione professionale o qualità vera di insegnamento, insomma non si “facesse scuola” per decenni, è irrilevante ai fini dell’addobbo della vetrina dei fondi europei di cui restano ormai migliaia di targhe di cartone affisse alle pareti di edifici scolastici vuoti e irrimediabilmente muti anche nel loro aspetto esterno.
    Fare tutto e di tutto per non fare niente insomma, con 150 anni di ritardo anche rispetto ai gattopardi.
    E per mandare via da questa terra a pedate i nostri giovani, colpevoli solo di avere genitori come noi….!