martedì 8 settembre 2015

L'ECCIDIO TUTTO CALABRESE DELL'8 SETTEMBRE 1943

di Maria Lombardo

    Tutto ebbe inizio con l'Armistizio di  Badoglio in  quell'8 settembre del '43 :a lle ora 19:42 all'EIAR il maresciallo annunciò l'Armistizio  di Cassabile firmato il 3 dello stesso mese. I personaggi coinvolti in questo episodio sono 5 soldati tutti del Reggino: MICHELE BURELLI - nato a Cinquefrondi (RC) il 16/10/1908, coniugato, contadino; SAVERIO FORGIONE - nato a Sinopoli (RC) il 17/12/1912, coniugato, contadino; SALVATORE DI GIORGIO - nato a Cittanova (RC) il 12/12/1908, coniugato, cestaio; FRANCESCO ROVERE - nato a Polistena (RC) il 3/12/1908,contadino; FRANCESCO TRIMARCHI - nato a Cinquefrondi (RC) il 6/10/1908. 

   La storia, come afferma Orlando, inizia venerdì 3 settembre 1943, gli Americani danno l'inizio all’«Operazione Baytown” nelle acque dello Stretto. Ai canadesi però giunge l'ordine di raggiungere via litoranea la Sila e di ricongiungersi con le forze che stavano per sbarcare a Bagnara, a Gioia Tauro, a Pizzo. La guerra stava finendo!
   Intanto ad Acquappesa (CS), in una caserma si verifica un fatto increscioso: alcuni soldati calabresi lasciano la loro postazione per far ritorno a casa. I soldati si sparpagliano per le alture ma alla fine solo 5 soldati tutti residenti nella Piana di Gioia Tauro vengono puniti. Braccati dal Crucitti per ordine del colonnello Ambrogi vengono scovati e riportati al comando. L'ordine è di fucilazione per diserzione: mentre gli Americani avanzano i Tedeschi scappano e nessun ordine definitivo è giunto sul comportamento da tenere. In serata arriva la risposta del generale Chatrian: «Fucilateli immediatamente».
    Con in mano quel foglietto che è una sentenza di morte, il col. Ambrogi predispone il plotone di esecuzione. Ancora una volta è il cappellano a chiedergli un rinvio, almeno fino al giorno dopo. Il sacerdote chiede di poter confessare quei poveri giovani, dare loro la comunione, raccogliere le loro ultime volontà, cercare in qualche modo di confortarli. Il permesso gli viene accordato. Nessuno in quella caserma desidererebbe eseguire gli ordini gli Alleati che hanno già raggiunto Rosarno e Nicotera e sono sbarcati, pur con qualche difficoltà, a porto Santa Venere, vicino Pizzo. Al termine di un drammatico colloquio il cappellano chiede di recarsi lui stesso dal gen. Chatrian per scongiurarlo di sospendere la terribile decisione, ma non viene ascoltato: i disertori devono morire.
    Ad Acquappesa vi è aria di sommossa il popolo vuole salvi i 5 prigionieri: scoppiano tumulti con lanci di pietre e urla disumane e l'esecuzione viene sospesa. L'indomani un dispaccio del generale giunge ad Acquappesa: «Pena gravi sanzioni vostro carico datemi assicurazione entro 24 ore aver eseguito fucilazione». Non resta che obbedire!. Inizia la ricerca di un luogo adatto e appartato: intorno alle 23 il tutto deve essere concluso. Alle 19,45 dalla radio del Reggimento i soldati apprendono la firma dell'armistizio e ascoltano col fiato sospeso. L'esultanza è enorme: soldati e ufficiali urlano e saltano per la gioia, si abbracciano felici; i cittadini di Acquappesa scendono in strada e il parroco del paese fa suonare le campane a distesa. Tutti pensano che la fucilazione dei cinque soldati verrà sospesa, ma alle 23 tutto è pronto per l'esecuzione dietro il cimitero. Ambrogi ordina: «Entro un'ora devi passare per le armi quei cinque soldati disertori». L'ordine viene eseguito intorno alla mezzanotte, quando già le navi alleate hanno iniziato lo sbarco a Salerno. I 5 giovani calabresi cadono al suolo e vengono seppelliti seduta stante in quel cimitero. Le loro salme , nei primi anni Sessanta, furono traslate nel cimitero di Condera a Reggio Calabria e ivi riposano insieme a migliaia di altri caduti, vittime di un conflitto che non avevano voluto né compreso.
   Nello studio degli eventi storici calabresi una pagina importante è occupata dagli episodi che investirano la nostra Regione durante la Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo molti degli eventi che riguardano l'estate del '43 non sono stati mai raccontati.