sabato 4 novembre 2017

LA RINOMATA VACCA CALABRA

di Bruno Demasi

   E' bene riprendere, sia pure in  sintesi essenziale, il discorso  sulla rinomata e celebre vacca calabra che sicuramente non potrà mai definire completamente la grande varietà di questa razza sopraffina a torto ignorata dai più, ma potrà almeno individuare  le più importanti sottorazze che allietano il paesaggio calabro, in particolare quello subaspromontano,  e lo riempiono di meravigliosi effluvi:

                                                                                                               LA VACCA FANFANIANA


    E’ discendente nobile in linea diretta dalle vacche che negli anni Cinquanta del secolo scorso venivano continuamente spostate da un luogo all’altro al passaggio dell’allora presidente del Consiglio Amintore Fanfani in modo che lo statista, grande di fama e di gloria, ma assai minuscolo di statura, saltellando su apposite scalette di legno, anch’esse riciclabili, vedesse tangibilmente negli occhi o nelle code i frutti della zootecnia meridionale.
     La vacca fanfaniana oggi insieme con le sue consorelle è stanziale solo a bordo di appositi camion attrezzati a stalle che le scorrazzano in continuazione da una fattoria all’altra finanziate con fondi europei o da una scuola all’altra, anch’esse finanziate con fondi europei, di modo che il loro latte, aggiunto all’abbondante produzione delle ginocchia del contribuente calabrese venga raccolto e trasformato in prodotti   gustosamente acidi che – si dice – il mercato europeo stenta ad assorbire. 

LA VACCA ASPROMONTANA

     La vacca aspromontana, dalle carni sode e pare anche ricchissime di sostanze proteiche, specie particolarmente protetta dalle prefetture particolarmente sensibili alla zootecnica locale , è adusa a continui esercizi ginnici quotidiani e , specialmente nelle stagioni autunnale e invernale , a spericolate corse sui tornanti delle strade di montagna attraverso le quali raggiunge a branchi gli uliveti di pianura appositamente addobbati al suo nobile passaggio con tappeti di reti distese per la raccolta delle olive. Essa ama infatti esibirsi in lunghe e pesanti danze su tali tappeti fino a ridurli allo stato di vere e proprie stringhe da scarpe con grande gioia degli agricoltori che manifestano il loro plauso imbracciando pali e forconi correndo invano  come pazzi e lanciando disumane urla e vocalizzi senza senso per farle girare al largo dai loro poderi.
     La vacca aspromontana è la creatura prediletta degli ambientalisti che pare vogliano effigiarla sulle loro magliette e sui loro stendardi con cui sovente manifestano davanti alle prefetture al fine di difendere da ogni possibile attacco umano questo grazioso animale.


LA VACCA ELETTORALE

     E’ una sottorazza indotta da quella tosco-chianina.. Le contrade calabre ne vengono continuamente ripopolate in periodi di competizione elettorale a livello nazionale durante le quali le effigi di questa specie che viene a candidarsi in Calabria vengono adoperate per abbellire i manifesti elettorali insieme a quelle di alcuni ronzini di minore importanza, ma tuttavia funzionali coi loro ragli al controcanto dei muggiti di cui abbonda la terra bruzia.A tal uopo la nuova legge elettorale, testè graziosamente firmata da un presidente della Repubblica molto attento ai vagiti e ai muggiti di tante creature politiche, consentirà il proliferare delle vacche elettorali e la prosperosa industria calabra del letame ormai superbamente decollata.

LA VACCA RELIGIOSA O QUARANTANA 

   Si aggira instancabile e asessuata per sacrestie, chiese, sagrati e luoghi sacri in silenzio e umiltà totale, ruminando in continuazione incomprensibili giaculatorie a mo' di sospiro e inseguendo una per una le innumerevoli occasioni di tripudio e di incontro sottolineate sempre ora da peti pirotecnici di rara bellezza ora da peti e basta.
   E' sicuramente la sottorazza più intelligente fra tutte e spesso qualche esemplare si rifugia nelle borgate di campagna nei cui pascoli avvelenati dai diserbanti non alza mai lo sguardo dall’erba di cui è ghiotta e che , in perfetto equilibrio naturale, malgrado lo spegnersi di molti riflettori, provvede ancora a concimare le valli del Marro con le sue abbondantissime deiezioni che da queste parti qualcuno definisce “bracierate”.

     In ogni caso questa sua mancata attitudine ad alzare lo sguardo, unita alla sua grande umiltà, le impedisce di avere visioni di sorta e richiama senz'altro alla memoria l’asin bigio di carducciana memoria allorquando essa ...
….rosicchiando un cardo
 rosso e turchino, non si scomodò.
Tutto quel chiasso non degnò d’un guardo
 e a brucar seria e lenta seguitò…